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Sei la mia amica del cuore

Sei la mia amica del cuore

2005, Edizioni Piemme - Milano

Questi primi giorni di maggio sono meravigliosi. Soffia un vento fresco dalle montagne e il sole gioca a nascondino con le nuvole: sembra che voglia richiamare l'attenzione dei pedoni distratti, degli automobilisti chiusi nelle loro auto, degli anziani che camminano sui marciapiedi con i loro ricordi e i loro pensieri.
A volte penso che il sole potrebbe risentirsi di tanta indifferenza da parte di chi ogni giorno viene riscaldato dal suo calore. Immagino che dica da lassù: "Ehi, voi, possibile che a nessuno venga in mente di guardare in alto? Che cosa ci sta a fare il cielo sopra le vostre teste? Vi prendete il caldo che vi regalo e non avete nemmeno un pensiero per me. E voi, nuvole, smettetela di nascondermi. Voglio guardare quella folla di formiche indaffarate che vanno in mille direzioni diverse. Quanta frenesia, quanta agitazione! Ma fermatevi un momento! Vi credete tanto importanti? Più importanti della pioggia e del vento, di un albero o di una farfalla, di un lombrico o di una talpa? Più di un bambino che si fa domande alle quali spesso non sapete rispondere? Ma chi è affacciato a quella finestra del quinto piano? Toh, una ragazzina dai capelli biondi e gli occhi azzurri. Incredibile, sta osservando il cielo!"
"Ciao, sole. Scusa se non ti guardo in faccia ma la tua luce è troppo intensa".
"Darei chissà cosa per sapere ciò che pensi".
"E io per sapere da quanti milioni di anni illumini la Terra e fino a quando ci procurerai vita e calore. Comunque, grazie per questo maggio bellissimo".
Mi piace parlare con il sole, con la luna, con il vento, con il mare…. persino con una pianta di gerani. Proprio come quelli che in questi giorni colorano di rosso un angolo del nostro balcone. Sento che tutto vive, solo che noi non sempre ce ne ricordiamo.
_Pensi che sia un po' strana? _ chiedo a mia madre quando le parlo delle mie conversazioni immaginarie col sole.
_No, penso che tu abbia molta immaginazione e che questo ti renda originale, non strana. Credo di avere imparato ad essere un po' originale proprio da te, Valentina. Sei sempre stata piena di vita e di curiosità.
Comunque, pur con la mia immaginazione, io mi sento molto legata alla vita, quella vera e concreta che vivo giorno per giorno, andando a scuola, chiacchierando con i miei amici, volendo bene a Tazio, viaggiando alla scoperta del mondo….
In questi giorni ripenso spesso alla gita che abbiamo fatto con la classe a Parigi, ma non sono la sola. Ieri sera mi ha chiamato Ottilia.
_Stai già andando a dormire? _ mi ha chiesto.
_Ci andrò fra poco. E tu?
_Ho molti pensieri per la testa. Non credo che riuscirei ad addormentarmi subito. Aspetterò un'altra mezz'ora.
_Ma non fare troppo tardi.
_Ultimamente non riesco a dormire tanto..
_Come mai? C'è qualcosa che ti preoccupa?
_Ne parleremo, se vuoi.
_Ottilia, sai che con me puoi parlare di tutto.
_Chi c'è con te in camera?
_Nessuno. Irene è di là, con mia madre.
_E' proprio una ragazza fortunata!
_beh, d'altra parte ha sofferto tanto prima di entrare a far parte della nostra famiglia.
_Hai ragione, scusa. Devo sembrarti proprio un'egoista….
_Ma no, dai. C'è qualcosa che non va?
_Insomma….
_Insomma cosa?
_hai presente la bambola che ho comprato a Parigi per la mamma?
_Non le è piaciuta?
_Al contrario. Quando l'ha vista, si è talmente emozionata, che le è venuto quasi da piangere. "Come hai fatto a ricordartene?", mi ha chiesto. "Io ricordo molte delle cose che ti riguardano, mamma", le ho risposto. Allora mi ha presa per mano, e mi ha portata in camera mia. Poi si è seduta sul mio letto, mi ha chiesto di sedermi accanto a lei, mi ha stretto una mano e mi ha detto: "Mi dispiace molto se ogni tanto mi arrabbio facilmente con te….a volte sono troppo nervosa".
_E' molto bello che ti abbia parlato così, Ottilia.
_Quelle parole hanno sorpreso anche me. Perciò le ho detto: "Non ci pensare, mamma". Ma lei ha continuato: "Certe volte vorrei avere una bacchetta magica per risolvere in un istante tutti i miei problemi". Allora mi sono un po' preoccupata e le ho chiesto: "Non farmi stare così in ansia, mamma. Cosa è successo?" Lei mi ha guardata negli occhi e ha mormorato: "Si tratta di tuo padre" . "Papà?!" "Non ti sei accorta che da un po' di tempo le cose non vanno più tanto bene tra noi?" Eccome se me n'ero accorta! Ma non volevo ammetterlo, capisci, Valentina? Avevo paura di confessare a me stessa che tra i miei genitori ci fossero dei problemi.
_Ed è proprio così, Ottilia?
_Sembra proprio di sì. Mia madre ha continuato: "Se perdessimo papà, non so proprio come faremmo".
_Vuoi dire che tuo padre sta per andarsene?
_E' quello che ho domandato a mia madre, ma lei è stata vaga. Mi ha detto di sperare che questo non accada e ha aggiunto che vuole ancora bene a mio padre e che soffre tanto al pensiero che la nostra famiglia possa dividersi. Immagina come mi sono sentita…
_Mi dispiace tanto, Ottilia. Forse le cose possono aggiustarsi.
_E' quello che si dice sempre in questi casi e che ho sentito ripetere tante volte a proposito degli altri, Valentina.
_Ma io sono sincera quando te le dico!
_Lo so, scusami. E' che mi sento un po' confusa e non riesco a ragionare con lucidità. E' per questo che ti ho telefonato.
_Possiamo stare al telefono finché vuoi.
_Grazie ma tra poco devo riattaccare.
_Perché hai abbassato la voce?
_Perché ho paura di svegliare mio fratello e non vorrei che cominciasse a piangere.
_Ricordi quella volta che gli abbiamo fatto il bagnetto insieme? Non la smetteva più di gridare.
_Mi ricordo, mi ricordo. Matt è stato sempre un po' piagnucolone. Solo io riesco a calmarlo quando fa i capricci.
Il fratellino di Ottilia si chiama Mattia, come il figlio del maestro. Ma lei lo chiama Matt. "Mi ricorda un attore famoso", disse un giorno.
Chissà com'è essere famosi! Ci sono persone che quando raggiungono la fama diventano egoisti, si occupano solo di se stesse e finiscono per guardare gli altri dall'alto in basso. Io invece, se un giorno diventassi famosa, non mi monterei la testa, rimarrei quella che sono. Il problema è: come si diventa famosi? Facendo gli attori? Andando in televisione? Scrivendo libri di successo? Le prime due possibilità non mi interessano, la terza mi piace di più.
_Devo salutarti, Valentina.
_Va bene. Riprendiamo domani il discorso?
_D'accordo.
_E pensa a qualcosa di bello quando vai a letto.
_Hai suggerimenti?
_Prova a frugare tra i tuoi ricordi…troverai sicuramente qualcosa che ti farà sorridere.
Ottilia ha riso e ha detto: _Mi viene in mente la chiocciola che trovai nell'orto di Zep in prima elementare. Quando tu, Rosa e io scendemmo a riportarla nell'erba dove l'avevo raccolta, mi costò un piccolo sacrificio. Ma fui anche contenta di averle restituito la libertà. Ricordo le parole che mi dicesti per consolarmi:"Secondo me è molto felice, adesso".
_Vale sempre la pena fare qualcosa di buono per qualcuno.
E con queste parole abbiamo riattaccato.
Che cosa potevo fare di buono per Ottilia in questo momento?