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Viaggio nella storia dItalia con Valentina 2

Viaggio nella storia d'Italia con Valentina 2

2005, Edizioni Piemme - Milano

_Chissà dove ci troviamo..._ ha detto Tazio guardando la campagna che circondava le mura di una città.
Io mi sono stropicciata gli occhi, e ho osservato il cielo. Era pallido, come scolorito e il sole sembrava malato: rossastro, opaco, velato da nuvole grigiastre. L'aria era pesante, opprimente.
Stavo per rispondere a Tazio, ma sono stata distratta da un triste spettacolo.
Cani, buoi, maiali, galline, asini, capre erravano per la campagna come creature sconsolate. Si muovevano lentamente, con gli occhi bassi. Ogni tanto si fermavano, strappavano dei fili d'erba, ingoiavano qualche rifiuto, beccavano un seme, abbaiavano o belavano stancamente.
_Dev'esserci carestia in giro ...._ ho detto. _Ma dove sono i padroni di questi animali?
_Ne sapremo di più andando in città _ mi ha risposto Tazio. _Vieni, cerchiamo di entrare senza dare nell'occhio.
Alla porta c'erano due guardie, che scrutavano con sospetto chi arrivava. Ma c'erano anche delle persone che uscivano con fagotti sulla testa o fra le braccia.
Abbiamo scelto il momento in cui un piccolo gruppo bloccava quasi la porta e siamo sgattaiolati dentro.
Una delle guardie ci ha gridato: _Fermatevi!
Ma non ci siamo voltati e abbiamo ci siamo infilati rapidamente in una stradina. Abbiamo ripreso fiato e ci siamo incamminati per le vie di una città che pareva disabitata, abbandonata. Le finestre delle case erano quasi tutte chiuse, cumuli di immondizia rendevano l'aria così pesante, che si faceva fatica a respirare.
_Sembra una città ammalata _ ha detto Tazio.
Quando finalmente ho visto un uomo che camminava guardingo al centro della strada, stringendo fra le mani un fascio d'erba profumata, mi sono avvicinata e gli ho chiesto: _Può dirmi in quale città siamo?
L'uomo ha fatto un passo indietro, ci ha guardati con sospetto e ha risposto: _Siete nella sfortunata città di Firenze. Ma perché questa domanda? Via, via da me!
E si è allontanato in fretta.
_Perché sfortunata? _ ho gridato, ma l'uomo era già lontano.
Tazio mi ha afferrato un braccio e mi ha detto: _Valentina, andiamocene subito di qui.
E con un dito mi ha mostrato il cadavere di un uomo davanti alla soglia di una casa.
Ho soffocato un urlo e ci siamo allontanati di corsa. Poco dopo abbiamo visto passare un corteo funebre, e da qualche parte in lontananza suonavano tristi e lugubri le campane.
_Sembra che ci sia un'epidemia... E se ci ammaliamo anche noi? _ ho mormorato con spavento.
All'improvviso, da una finestra socchiusa, abbiamo sentito provenire un grido disperato: _Aiuto!
_Che facciamo? _ ho chiesto a Tazio.
_Vado a vedere chi c'è dentro_ mi ha risposto.
_Vengo anch'io.
Poco ci siamo ritrovati davanti a un grande letto nel quale, piccola e minuta come una bambina, era rannicchiata una donna.
Appena ci ha visti, ha teso le braccia e ha implorato: _Per favore, aiutatemi, mi hanno abbandonata tutti.....
_Come….come possiamo aiutarla? _ le ho chiesto con voce tremante.
_Portatemi un medico…. Sono sicura che posso guarire dalla peste....Per favore....
Peste!? A quella parola sono rabbrividita.
Dopo un primo attimo di smarrimento, ho detto alla donna: _Cercheremo…cercheremo qualcuno...glielo prometto.
La donna si è abbandonata sul letto, si è raggomitolata su se stessa e ha continuato fiocamente a lamentarsi.
Una volta in strada, ho detto a Tazio: _Dobbiamo cercare un dottore.
_E dove?
_Bisognerebbe chiedere a qualcuno della città....