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Valentina in Australia

Valentina in Australia

2006, Edizioni Piemme - Milano

Quest'anno in classe sono arrivati tre nuovi ragazzi: Anna dalla Cina, Maria dall'Argentina, Henry dalla Romania.

Anna e Maria sono entrambe molto studiose: consultano vocabolari, leggono romanzi, si esercitano a recitare poesie.

Maria, che è figlia di italiani, a parte l'accento latinoamericano, è già abbastanza sicura nella conversazione. Ha un temperamento aperto, anche se trova i compagni di scuola un po' chiassosi.

Anna è in Italia solo da alcuni mesi, parla un italiano ancora approssimativo, ma riesce a farsi capire bene. Tuttavia, al contrario di Maria, è molto più chiusa. Sembra diffidente. Forse sta solo "studiando" con attenzione le nuove persone che la circondano. Secondo me è bellissima, ha i capelli neri, splendenti occhi a mandorla e uno sguardo sognante. Molti ragazzi la guardano di sottecchi, stando attenti a non farsi notare.

Henry non parla quasi per niente l'italiano. Di solito ha un carattere allegro, ma a volte se ne sta in disparte: spesso, con la sua mimica divertente, ci fa capire che si intristisce pensando al suo Paese, così pieno di problemi.

E' bello sapere che in Italia le classi come la mia sono sempre più diffuse.

A me piace molto viaggiare, mi appassionano le lingue straniere e mi incuriosiscono le abitudini di chi vive in modo diverso dal mio.

All'inizio dell'anno scolastico, Linda, la prof di italiano, ha preso spunto dall'arrivo dei nuovi compagni per parlarci dei tanti italiani che nei secoli scorsi sono emigrati all'estero: in Germania, in Francia, in Canada, negli Stati Uniti.

"Le condizioni di vita nel nostro Paese erano difficoltose un po' per tutti, così tante persone hanno trovato il coraggio di partire per cercare fortuna altrove", ci ha spiegato. "Tuttavia la nostalgia e il desiderio di tornare a casa erano sempre fortissimi. Molti emigranti, perciò, hanno sentito il bisogno di raccontare i loro sentimenti in lunghe lettere o poesie , che poi in alcuni casi sono state raccolte.Ed è emozionante, oggi, leggere questi scritti".

Un giorno linda ci ha portato la poesia di una donna italiana emigrata tra l'Ottocento e il Novecento da Lucca a Detroit, negli Stati Uniti, ce l'ha letta e ce l'ha fatta ricopiare sul quaderno.

La donna si chiamava Severina Magni. Era stata operaia in una fabbrica tessile e rievocava la sua infanzia in una poesia intitolata Nostalgia.

Linda commentò: "Nei momenti più tristi della vita, si ritorna sempre alle immagini della propria infanzia, anche se a volte non è stata così bella come ci piace raccontarla a noi stessi e agli altri".