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Il Blog di Angelo Petrosino

Mercoledì, 19 settembre 2018

Ai ragazzi

Diventare grandi

Ormai siete a scuola da alcuni giorni, avete incontrato i compagni dell'anno prima, forse ne sono arrivati di nuovi.
E chi ha cominciato la prima media, forse non ha avuto subito la vita facile. E' vero che alla scuola elementare ormai non c'è più un solo insegnante. Ma alla scuola media sono assai di più, ciascuno ha una materia da insegnare e pretende che sia studiata bene, è ovvio.
Gli impegni diventano tanti, bisogna imparare a organizzarsi e all'inizio non è facile. Ma non fatevi scoraggiare. Vi si chiede di più perché siete cresciuti, anche se tre mesi di vacanza non vi hanno fatto diventare grandi di colpo come pensano gli altri.
Si diventa grandi a poco a poco e quasi non ve ne accorgete. Ma cominciate ad avere pensieri nuovi, a coltivare desideri diversi da quelli di ieri, vi fate domande che prima non vi facevate, cominciate ad osservarvi con più attenzione, non sempre siete contenti di come vi vedete o di come pensate che vi vedono gli altri.
Ci sono momenti in cui vi sentite soli e avete l'impressione che tutto vi va storto e pensate che la colpa sia soltanto vostra.
Non è così. Sappiate che anche gli altri provano questi sentimenti e queste sensazioni. Anche quelli che sembrano allegri e soddisfatti, ma dentro non lo sono del tutto.
Crescere è una bella fatica, c'è bisogno di qualcuno che sappia dirvi le parole giuste nei momenti in cui sono necessarie. Chi può farlo? Qualcuno che sappia ascoltarvi e sappia dialogare con voi. Qualcuno di cui potete fidarvi.
Gli amici sono importanti. Ma devono essere veri amici. I veri amici sono quelli che vi rispettano e hanno a cuore il vostro benessere. Sono quelli che non girano la faccia quando avete bisogno di aiuto.
E questi li trovate nella vita di tutti i giorni, li guardate negli occhi, li interrogate e vi aspettate risposte. Quelli sui social sono spesso soltanto nomi che vagano nella nebbia.
Perciò è importante la scuola. State seduti fianco a fianco per ore, provate le stesse ansie, a volte le stesse noie, affrontate le stesse prove, che sia una interrogazione orale o un compito scritto. Un posto dove gli amici contano.
Ma contano anche i professori.
Tornerò sull'argomento.

Ai genitori

Quando insegnavo, eravate i miei interlocutori principali, insieme ai vostri figli. Ed era naturale.
Volevo avervi come alleati nel compito educativo che svolgevo, non antagonisti o avversari.
Perciò vi spiegavo cosa pretendevo dai ragazzi, quali comportamenti sollecitavo da parte loro, in modo che a casa non venissero smontati e svalutati.
Io ero importante per i miei alunni come maestro, voi lo eravate come genitori. E' un bel guaio se un bambino vede la scuola e la famiglia in contesa fra loro.
Ecco perché vi invitavo ai colloqui, alle assemblee in cui potevate come genitori confrontarvi tra voi e con me.
Molti oggi vedono gli insegnanti come giudici dei propri figli, e non come professionisti che si sforzano di fare bene il loro lavoro. Il lavoro per il quale sono pagati, ma che non è solo una prestazione economica. Non si entra in un'aula scolastica solo per portare uno stipendio a casa a fine mese.
Insegnare non è solo impartire nozioni, trasmettere conoscenze, fornire strumenti. Insegnare vuol dire avere relazioni umane e educative con i ragazzi che crescono e cambiano. Quindi una cosa complicata e affascinante a un tempo, perché si può condizionare la vita di una persona.
E' per questo che tra genitori e insegnanti è bene tornare a collaborare, non a farsi la guerra. E' interesse di tutti gli adulti che hanno a che fare con i ragazzi aiutarli a diventare persone equilibrate, soprattutto oggi che diventano facilmente preda di chi vuole trasformarli in acquirenti di gadget e non in individui autonomi e pensanti.