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Il Blog di Angelo Petrosino

Domenica, 23 settembre 2018

Ai ragazzi

Che bello scrivere.

Molti di voi, quando mi scrivono, mi dicono che coltivano un sogno: diventare scrittori o scrittrici.

Naturalmente io li incoraggio. Scrivere mi dà personalmente tanta gioia, che auguro a tutti di vivere le emozioni e le sensazioni che dà scrivere una storia. Soprattutto se questa storia è letta dagli altri e provoca le stesse emozioni che prova chi l'ha scritta. E questo grazie alle parole, che creano mondi nuovi, illuminano i luoghi bui della vita e ci rivelano verità che abbiamo cercato a lungo.

Chi scrive è un po' Dio, un po' un angelo che consegna messaggi inattesi a chi non se li aspettava.

E poi scrivere ti permette di svuotarti quando ti senti troppo pieno. Per esempio di preoccupazioni o di paure. Le scrivi, le racconti e ti senti più leggero. È come se con la scrittura curassi una malattia, quella dalla quale si guarisce non con le medicine, ma, appunto, con le parole.

Le parole sono una medicina più potente di tutte le altre se vengono usate nel modo giusto al momento giusto.

Sicuramente vi sarà capitata un'occasione in cui qualcuno ha saputo consolarvi non con un regalo acquistato in un negozio, ma con una parola che gli è venuta dal cuore. Questi sono i regali più difficili da trovare, ma anche i più preziosi. Sanno farli in pochi e dovrebbero imparare a farli in tanti. Anche voi.

Domani vi dirò come sono diventato scrittore.

Agli insegnanti

Come far scrivere i ragazzi

Chi insegna sa come sia difficile far scrivere i bambini e i ragazzi. Soprattutto i bambini, che amano più parlare che riempire pagine di scrittura.

Per scrivere, devi imparare ad amare la scrittura. Devi ritenere che scrivere sia utile, necessario, importante per te e per gli altri. Si scrive sempre per una ragione precisa, altrimenti non lo si fa.

Si scrive per comunicare qualcosa, per confessarsi, per dare corpo a fantasie che gremiscono il nostro cervello, per salvare un ricordo, per fornire delle indicazioni pratiche a qualcuno, per fare la cronaca di un evento al quale abbiamo assistito e che vogliamo condividere con gli altri.

Se si è convinti che sia questa la funzione della scrittura, si capisce che non possiamo limitarci ad assegnare solo dei temi una o due volte al trimestre. La scrittura dovrebbe essere una pratica quasi quotidiana a scuola, soprattutto oggi, per salvare dall'afonia bambini e ragazzi che hanno per lo più pratica di messaggini.

Provo a darvi qualche suggerimento, di quando in quando, in questo blog.

Per esempio, i miei alunni amavano costruirsi un vocabolario personale. Sceglievano parole astratte o concrete, non importava, e ne davano una breve definizione.

Naturalmente non era quella precisa e scientifica del vocabolario. Le loro definizioni esprimevano la loro personale visione del mondo e si riferivano alle persuasioni maturate nella loro esperienza quotidiana.

Ricordo la definizione di INGIUSTIZIA datami da un mio alunno di seconda.

"L'ingiustizia è dare torto a uno che ha ragione. Come succede a me col mio fratello piccolo, al quale le danno tutte vinte quando bisticcia con me, sempre".

Quando gli chiesi di spiegarmi meglio che cosa intendeva, mi fece un gustoso e risentito quadro di relazioni fraterne abbastanza complicate.

Ma potrei elencare le loro definizioni di BELLEZZA, VERITA', FIDUCIA, AMORE e così via.

Ognuno dei bambini sceglieva le parole che intendeva definire e, attraverso di esse, mi offriva il quadro di una personalità in formazione che non avrebbe saputo raggiungermi per altre vie.