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Il Blog di Angelo Petrosino

Mercoledì, 26 settembre 2018

Ai ragazzi

Lettere allo scrittore

Ricevo molte lettere e rispondo sempre a tutte. La maggior parte sono lettere di ringraziamento per avere scritto i libri di Valentina.

"Valentina mi ha aperto nuovi mondi", "Valentina mi ha permesso di precisare meglio a me stessa i miei sogni e le mie aspirazioni", "Sono meno intraprendente di lei, ma mi sforzo con il suo esempio di superare le mie timidezze e le mie paure".

Io leggo queste lettere con molta attenzione, rifletto sulla capacità che hanno le storie di cambiare la vita delle persone e, soprattutto, quelle dei bambini e dei ragazzi.

Che dirvi? Grazie a tutti. Mi fate amare ancor di più il mio lavoro, mi fate sentire sempre più responsabile per ciò che scrivo.

E' bello sapere che cominciate a seguirmi da quando siete piccoli e continuate ad accompagnarmi via via che diventate più grandi.

Il mondo cambia in fretta intorno a voi e fate fatica a capirlo, a volte. Allora con le mie storie cerco di aiutarvi a superare la confusione che provate e le paure che vi bloccano.

Nei libri voi cercate anche delle risposte alle domande che spesso non osate rivolgere ai grandi. Un po' per timidezza, un po' perché pensate che non le giudicheranno importanti e dunque non vi daranno l'ascolto che meritate.

Sappiate che non esistono domande stupide e inutili. Chi fa domande vuole cambiare il mondo, non farselo scivolare addosso. Si fanno domande per conoscere, capire, prendere delle decisioni, continuare a meravigliarsi.

Non smettete mai di farle.

Agli insegnanti

Leggere ad alta voce in classe

Se mi permetto di darvi dei consigli, non è perché li prendo da un libro o da un manuale di didattica.

Mi rifaccio alla mia pratica di insegnante, alle prove che ho affrontato, agli errori che ho commesso e ai quali ho cercato di riparare.

Se vi dico che leggere ad alta voce ai bambini è una attività preziosa che bisogna praticare giornalmente, è perché l'ho sperimentata io e l'ho esercitata per quasi quaranta anni.

Un poco alla volta sono diventato un bravo lettore, ho impostato piano piano la mia voce in modo da leggere col calore che si richiede a chi racconta storie, per tenere desta l'attenzione di chi lo ascolta.

Vi assicuro che le ore più belle passate a scuola sono state proprio quelle in cui mi facevo lettore di storie ai miei alunni. Belle non solo per me, ma soprattutto per i bambini, che trascinavo con le mie letture in mondi paralleli dove vivevano vite inattese e provavano emozioni che li cambiavano dentro profondamente.

Perciò quando la storia si concludeva, si tornava alla realtà un po' cambiati.

Leggevo la mattina quando arrivavano in classe, dopo gli intervalli, prima di mandarli a casa.

Le letture del maestro rafforzavano l'unità della classe, perché nessuno era escluso dall'avventura nella quale erano risucchiati, anche se ciascuno metteva in gioco emozioni segnate dalla sua storia personale o dal momento particolare che stava vivendo.

Quando mi telefonano, per parlarmi del loro lavoro, dei figli che sono nati, i miei ex alunni non mancano mai di ricordare le ore di lettura che regalavo loro con generosità.

"Farò lo stesso con mio figlio", mi dicono.

Non mi sembra poco.