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Il Blog di Angelo Petrosino

Venerdì, 28 dicembre 2018

Ai ragazzi

La curiosità

La curiosità va coltivata sin da quando siete piccoli. Essere curiosi vuol dire farsi tante domande. Anche davanti alle cose più scontate.

Davanti a una luna piena, un bambino piccolo può chiedersi: "È grande come il sole, ma illumina poco. Perché?"

Non dite che è una domanda sciocca. Non esistono domande sciocche. È da presuntuosi crederlo. Davanti a una scoperta nuova, bisogna avere rispetto per chi la fa.

Un passero che si alza in volo e raggiunge rapidamente il cornicione di un palazzo, dopo aver raccolto delle briciole sulla via, incuriosisce chi lo vede farlo per la prima volta. Ma sorprende anche chi sa perché gli uccelli volano.

Il fatto che sappiamo abbastanza bene come si è formato ed è composto l'universo(ma chi lo sa davvero?), non ci impedisce di meravigliarci quando contempliamo le stelle che occhieggiano sulla nostra testa in una notte serena, in montagna o in riva al mare(in città è più difficile abbandonarsi a questi spettacoli).

Ma la curiosità non deve riguardare soltanto gli oggetti che ci circondano, in terra o in cielo. Deve rivolgersi anche e soprattutto verso le persone, quelle che sfioriamo ogni giorno e quelle che abitano lontano e che a volte fanno dei lunghi viaggi per arrivare fino a noi. Anche se spesso siamo noi che facciamo dei lunghi tragitti per arrivare fino a loro.

Il curioso si chiede cosa è giusto e cosa è ingiusto, cos'è il bene e cos'è il male, cosa vuol dire essere felici, cosa vuol dire essere liberi e così via.

Però non basta soltanto farsi domande. Bisogna anche cercare delle risposte. E le risposte non si cercano quasi mai da soli. Per cambiare in meglio le cose per tutti bisogna essere in tanti. Perciò il pronome "noi" è più importante ed efficace del pronome "io".