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Il Blog di Angelo Petrosino

Giovedì, 13 settembre 2018

Care ragazze e cari ragazzi,
buon anno scolastico. Ve lo auguro di cuore. Ho fatto il maestro per tanti anni e ho sempre accolto i miei alunni con un sorriso il primo giorno di scuola(anche gli altri giorni).
Adesso le abitudini delle vostre giornate cambieranno. Vi alzerete prima, ci saranno quasi sempre da fare delle corse per arrivare in orario in classe, a volte ci andrete con i vostri genitori, a volte con i nonni, a volte con la vicina di casa che fa un piacere a vostra mamma che deve andare al lavoro districandosi nel traffico di una grande città.
C'è chi starà a scuola otto ore, perché fa il tempo pieno, e chi tornerà a scuola il pomeriggio solo qualche giorno alla settimana. Chi pranzerà alla mensa scolastica e chi andrà a pranzare a casa. Io ho sempre pranzato a scuola con i miei alunni e mi sono trovato bene. A volte il cibo era ottimo, a volte lasciava a desiderare, come succede in famiglia.
Comincerete ad avere i compiti da fare a casa, naturalmente. Spero che non siano troppi, in modo che abbiate tempo per dedicarvi ad altre cose interessanti.
Per esempio alla lettura di un libro. Lo so che il computer è un'attrazione irresistibile. Anche i miei alunni lo avevano e lo usavano regolarmente. Ma io sono sempre stato abbastanza bravo da innamorarli dei libri, delle storie e delle parole.
Leggevo tanto a scuola, sceglievo i libri capaci di incuriosirli, di intrigarli e di appassionarli. E così, giorno dopo giorno, diventavano appassionati lettori. Leggevano non per obbligo, ma per piacere. Un bel po' di tempo a scuola lo dedicavamo alla lettura personale e silenziosa. A casa spesso manca il tempo per farlo e io glielo regalavo a scuola.
Perciò mi piaceva fare il maestro. Quando incontro i miei ex alunni, che oggi sono padri e madri, mi dicono che i momenti più belli passati a scuola erano proprio quelli in cui o io leggevo loro delle storie o essi potevano leggersele per conto loro senza essere disturbati.
A proposito, in questo blog parleremo spesso dei libri di Valentina. Voglio rivelarvi alcuni dei segreti che racchiudono e sui quali mi fate tante domande quando vi incontro a scuola o nelle biblioteche.
Qualcuno di voi ha letto l'ultimo uscito e cioè IL LIBRO CUORE DI VALENTINA?
Fatemi sapere che cosa ne pensate. Vi dirò come è nato e perché ho scritto proprio le dieci storie che contiene.
Ciao a tutti.
mailing@angelopetrosino.com


Care insegnanti,
buon anno scolastico anche a voi. Conosco bene il vostro lavoro, perché l'ho esercitato per quasi quaranta anni. Ho avuto anch'io momenti di delusione e sono stato colto da dubbi e incertezze. Ma non ho mai ritenuto inutile il mio lavoro.
Qualsiasi cosa dicano coloro che non conoscono il vostro mestiere, fate un lavoro prezioso. Non è un modo gratuito di lusingarvi. E' la realtà.
Se ciascuna di voi potesse raccontare le tante occasioni in cui una lezione è riuscita bene, quelle in cui i vostri alunni vi hanno guardato con uno sguardo di gratitudine, quelle in cui avete un po' cambiato la vita di un vostro alunno: fornireste molte ragioni dell'utilità del vostro stare a scuola, dell'importanza della vostra funzione.
Voi istruite, educate, promuovete cultura, difendete principi importanti per formare cittadini consapevoli.
Lo credi davvero, Angelo?, mi chiederete.
Sì, lo credo. Se non ci riuscite, almeno ci provate. Chi altri potrebbe farlo con bambini di dieci anni o ragazzi di tredici, che fuori dalla scuola non ricevono esempi di civismo, di correttezza di comportamenti, di rispetto per gli altri?
Dunque siate orgogliose del lavoro che fate, sia che lo esercitiate in una metropoli o in una abbandonata periferia, in un paesino o in una frazione di montagna.
Certo essere in pace con la propria coscienza non basta. Bisogna che chi sta fuori dalla scuola faccia la sua parte e dia alla scuola ciò che le spetta. Per esempio condizioni dignitose in cui lavorare, aule che non siano fortini fatiscenti in cui chiudersi come in una gabbia in cui non si respira.
La scuola dovrebbe essere il fiore all'occhiello di un Paese, dovrebbe essere in cima ai pensieri di una società democratica. Dovrebbe venire prima di ogni altra cosa, perché le altre cose, in un modo o in un altro, dipendono da come la scuola funziona.
Ma avremo modo di parlarne ancora.