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© Angelo Petrosino. E' vietato riprodurre su altri siti o piattaforme anche piccole parti del testo senza il consenso esplicito dell'autore. Le illustrazioni sono di Sara Not e protette da copyright.

LE AVVENTURE DELLA GATTA LUDOVICA

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Intervista a Sara Not

di Angelo Petrosino

Ciao, Sara. Le tue illustrazioni alle Avventure della gatta Ludovica stanno piacendo molto ai lettori. E tanti sono curiosi di saperne di più sulla illustratrice "ufficiale" di Valentina. Allora mi prendo io il compito di farti una piccola intervista, sapendo che le curiosità dei bambini vertono molto sulla vita, anche privata, dei loro autori o illustratori più amati. Quindi metti nel conto qualche piccola confessione personale.

Cominciamo

Che bambina sei stata?

Sono stata una bambina tranquilla, molto presa dal mio mondo interiore e dalla mia immaginazione: potevo passare intere giornate con i miei fogli e le matite colorate a disegnare storie di bambine e ragazze come me, ma anche con le forbici e il cartoncino a costruire case per le mie piccole bambole. Per le Barbie avevo costruito anche un ascensore con una scatola di scarpe e dello spago. Mi piaceva anche pasticciare con il fango e per Natale una volta ho fabbricato un presepe con questa "argilla" del giardino che, una volta seccato, ho colorato con le tempere: mia madre lo conserva ancora! Mi piaceva tanto anche stare all'aria aperta e giocare con la mia sorellina e gli amici del quartiere e quando arrivava la bora, uscivo bardata di giacca a vento e berretto e la sfidavo immaginandomi storie avventurose di principesse e mostri. Per contro, non ho avuto molto successo nello sport: la competizione sportiva non faceva proprio per me. Meglio giocare a Scarabeo!

Quando è nata la tua passione per il disegno?

Direi da subito: mia mamma mi disegnava instancabilmente Cappuccetto Rosso, la mia fiaba preferita, e io non la smettevo di chiederla, finché non sono stata in grado di disegnarmela da sola. Avevo il permesso di colorare sulle piastrelle bianche della cucina, che poi con un colpo di spugna diventavano di nuovo bianche e lì mi sbizzarrivo.

Che cosa hai amato subito disegnare? Oggetti? Paesaggi? Persone?

Se ci penso, fin in da bambina ho amato disegnare le persone, i loro movimenti e le espressioni. Persone che parlano, camminano, dormono, mangiano, alte, basse, magre, grasse, giovani, vecchi, di ogni tipo, genere, età.

È stata importante per te la città dove sei nata? Che rapporti hai avuto e hai con Trieste?

È sempre importante il luogo da cui si viene, è come un imprinting, non te ne liberi mai. A volte l'ho sentita stretta e allora me ne sono andata, per studiare e per lavorare, prima a Milano poi a Parigi, la mia città preferita. Quando in seguito ho voluto una famiglia mia, ho deciso di tornarci perché è una bellissima città, a misura di bambino e poi…c'è il mare. Se sei di una città di mare, quando il mare non c'è, ti manca sempre, ovunque tu vada.

Ricordi quando ti è stato proposto la prima volta di illustrare i libri di Valentina?

Me lo ricordo benissimo. Per me è stata la prima opportunità di entrare nel mondo dell'editoria. Prima avevo lavorato un pochino nel textile design (disegni per il tessuto) e per delle agenzie di pubblicità di Milano. Ero giovane ed inesperta ed è stata una bella scuola.

Hai degli animali in casa?

Nella mia vita ho sempre avuto dei cani, la mia preferita era la mia cagnolina shihtzu Sissi, inseparabile amica e compagna di avventure per tanti anni. Da poco invece è entrata in casa Micia, una gattina presa al gattile, che è deliziosa ed è una presenza dolce e misteriosa nella mia vita, un po' come Ludovica. Per ora non mi ha ancora rivolto la parola, ma ci capiamo benissimo. Ci sono anche due pesci rossi nell'acquario, Darwin e Macchia, per gli amici semplicemente "i ragazzi".

Com'è per te essere mamma di due bambini?

Essere mamma è la cosa più bella e più impegnativa al mondo! Nessuno ti insegna come si fa : i bambini arrivano senza il libretto delle istruzioni! Spesso i bambini credono che i genitori sappiano tutto: beh, bambini, non è vero: anche noi cresciamo con voi giorno per giorno e impariamo strada facendo.

Ti lasciano il tempo di disegnare? Ti chiedono di fare per loro dei disegni particolari?

Ogni tanto i miei figli si arrabbiano un po' perché sto sempre lì alla scrivania o al computer, ogni tanto si disegna insieme, ogni tanto presto loro il mio computer e loro si divertono un sacco a colorare su Photoshop, il programma che uso sul mio Mac

In conclusione, si nasce o si diventa disegnatori?

Picasso diceva che i bambini sono tutti artisti perché sono liberi e non ancora ingabbiati dalle convenzioni della società: ne sono assolutamente convinta anch'io. Non tutti diventano artisti però. L'importante è seguire la propria inclinazione e coltivarla. Se provate tanto piacere e interesse nel disegnare e nel pasticciare con i colori, allora magari val la pena lavorarci su. Quindi siate curiosi, guardatevi intorno e disegnate, disegnate, disegnate. E, anche da adulti, rimanete un po' bambini.