Il Blog di Angelo Petrosino
Giovedì, 27 settembre 2018
Ai ragazzi
I bambini giocano
"Durante l'intervallo, ci porti in cortile?"
Non ho mai risposto di no ai miei alunni. Non solo era un loro diritto, ma faceva piacere anche a me vederli giocare, per capirli meglio.
Nella scuola di periferia dove ho insegnato non c'erano spazi verdi protetti o giardini dove potevano giocare. Perciò il cortile della nostra scuola era l'unico luogo dove poter correre, saltare con la corda, giocare al pallone.
Mi chiedevano sempre di fare l'arbitro durante le partite. Anche se qualche volta non erano d'accordo con le mie decisioni. Ma le accettavano, sia pure a muso storto. Che cosa dovevo fare? Dovevo o non dovevo punire le scorrettezze? Ogni gioco ha le sue regole e bisogna rispettarle.
Su quei prati, tra quegli alberi, vicino all'orto del custode, si scordavano dei computer, dei tablet e dei telefonini. E il loro sguardo, tra un gioco e l'altro, si soffermava su un tappeto di margherite, sulle zolle rivoltate dai lombrichi o correva dietro al volo di una farfalla che sembrava venuta a curiosare attirata dalle grida dei bambini.
Qualcuno, stanco di correre e sudato, si coricava sull'erba, chiudeva gli occhi e ascoltava le voci dei compagni che arrivavano alle orecchie come confusi brusii.
Poi si alzava e ricominciava a correre.
È così che giocavo io da bambino nelle campagne che circondavano il paese dove abitavo.
Per saziare la loro voglia di libertà, li portavo spesso al Parco della Confluenza, dove la vastità degli spazi li faceva sentire più felici.
"Grazie, maestro" mi dicevano mentre tornavamo a scuola stanchi e soddisfatti e il traffico tornava a circondarci con il suo frastuono.
Ai genitori
Ieri ho ricordato agli insegnanti l'importanza della lettura in classe.
Ma non è meno importante quella fatta a casa dai genitori.
C'è sempre meno tempo per stare con i bambini. Allora bisogna starci bene. Ritagliarsi dei momenti per metterli al nostro fianco e leggere loro una storia, ha un valore inestimabile, per loro e per voi.
Mentre leggete, sentite che il loro corpo aderisce al vostro, vedete i loro occhi correre sulle pagine, sentite il loro respiro farsi ora più lento, ora più accelerato, a seconda delle emozioni che la lettura desta in loro.
Può darsi che la lettura venga interrotta, perché ogni storia suscita ricordi, spinge a fare confronti.
Allora il bambino può dirvi: "Ti ricordi quella volta che anche a me è successa la stessa cosa?"
A quel punto chiudete il libro, ripensate all'esperienza che è stata richiamata alla memoria da vostro figlio, la rievocate insieme e riprendete a leggere.
Sono esperienze con cui li aiutate a crescere. Esperienze che, essendo belle, i bambini vorranno ripetere e voi diventerete per loro non solo adulti che stabiliscono regole e impartiscono ordini, ma donatori generosi di storie, di serenità e di fiducia.