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Il Blog di Angelo Petrosino

Martedì, 04 dicembre 2018

Ai ragazzi

Lettere di carta

Da molti anni non ricevo più lettere di carta, imbustate e spedite via posta, con francobollo e indirizzo scritto a mano.

Un tempo dovevo aspettare la postina per ritirare tutte le lettere che mi arrivavano, perché nella buca non ci sarebbero entrate. Le lettere arrivavano in buste colorate, a volte illustrate con disegnini. Buste magre o buste gonfie, a seconda di quanti fogli contenevano. Quei fogli erano spesso pagine di quaderno, in modo da poter scrivere stando nelle righe anziché procedere zigzagando negli spazi bianchi.

Chi scriveva con una biro, chi con la penna stilografica, chi a matita, chi con un pennarello.

Ogni calligrafia era diversa da un'altra. I caratteri erano piccoli o grandi, diritti o inclinati, sicuri o tremolanti.

Quelle lettere mi facevano molta tenerezza. Avevano fatto tanta strada prima di arrivare a casa mia. Alcune avevano viaggiato in treno, altre in aereo.

Non ne ho mai buttato una. Le raccoglievo dentro le scatole e le collocavo su qualche ripiano della mia libreria. Erano lettere a volte allegre, a volte preoccupate, a volte soltanto curiose.

In alcune c'erano delle cancellature, in altre delle correzioni. Altre erano state messe in bella, dopo averne fatto una brutta copia.

Oggi le lettere arrivano sul mio computer come email. Ma basta leggerle, per togliere loro la freddezza del messaggio elettronico. Perché alla fine, ciò che conta, sono i pensieri e le emozioni che contengono.

Ma ho nostalgia delle lettere scritte a mano. Nostalgia, non rimpianto. Il mondo cambia. L'importante è che non cambi, anzi migliori, la nostra umanità.